La Chiesa Bianca di Maloja viene costruita nel 1884 e fa parte di Maloja che è nata dall’idea del conte belga De Renesse che voleva farne una Montecarlo delle Alpi. Era la chiesa cattolica del paese, dedicata a san Guadenzio fino al 1967, anno in cui, con l’arrivo di un parroco molto intraprendente è stata costruita una nuova Chiesa e la "chiesa vecchia” è stata sconsacrata diventando un ostello per i giovani.
Cosi è stato per diversi anni, fino a quando il parroco, ormai troppo vecchio, non è più venuto. Dopo quel momento la chiesa è stata chiusa, abbandonata e lasciata andare in rovina ma senza la chiesetta dal tetto rosso a Maloja mancherebbe qualche cosa. Soprattutto era il luogo nel quale venne portato Segantini morto, prima di seppellirlo nel piccolo cimitero di Maloja.
Nel 1995 il Vescovo ha lasciato la chiesa alla signora Gioconda Segantini che ha iniziato a curarla con l'aiuto di un gran numero di amici e benefattori. Ebbe inizio anche la tradizione della "festa degli incontri” , durante la quale, ogni anno, vengono inaugurate diverse esposizioni di artisti e pittori. Una delle prime esposizioni era di un pittore italiano, De Maria, che si è soffermato a Maloja diverso tempo per dipingere dei quadri di Maloja e dell’Engadina che poi furono esposti in chiesa.
Per i 100 anni della morte di Segantini, l’artista Marco Vinicio, ha fatto un’esposizione dal titolo Voglio vedere le mie montagne, caratterizzando i suoi quadri con tre soggetti, tra cui la testa di Segantini: l'esposizione ha ricevuto critiche particolarmente favorevoli. Un’altra esposizione molto discussa e particolare è stata quella di Beuys e Segantini. L’artista aveva allestito, insieme ai dipinti, la mostra di molti scritti. La doppia lettura della mostra data dall’artista non è stata pienamente capita dal pubblico.
Beuys, credente critico, scrivendo la frase "via con Dio” - intendeva anche "la strada di Dio”, non quello che forse in prima lettura si pensava di capire. Purtroppo questa esposizione ha privato la chiesetta di un grande sponsor, anche se poi questa mostra così controversa è stata presentata in altre cinque chiese. Lo scorso anno ha esposto alla chiesa bianca un professore della Bauhaus di Dessau, un’esposizione che ha fatto discutere ed è stata molto ammirata.
Quest’anno per gli amici della chiesa è un grande onore poter ospitare la mostra Lo spirituale nel naturale” con una selezione di quadri di Alessandro Savelli e Franco Marrocco.La Chiesa Bianca di Maloja è un luogo legato allo spirito e alla morte di Segantini. Il cancello che occupa la parte centrale dell’altare è lo stesso rappresentato nel quadro del pittore, dal titolo Il dolore confortato dalla fede e il busto dello scultore Troubetzkoy rappresenta la vitalità dell’artista. In questo particolare contesto ove tutto richiama non solo l’esistenza di Segantini, ma anche la sua morte, il curatore Luciano Caramel ha deciso di esporre in una chiesa totalmente vuota quattro quadri e due citazioni del Trittico.
I quattro quadri sono anche uno spaccato di Segantini, della sua attenzione per la natura, per lo spirituale, per la vita e per la morte. Nello stesso segno vanno i due pannelli rappresentanti La natura” e La morte” che il curatore ha voluto inserire. Il contrasto tra i due autori, uno concentrato sulla ricerca del colore e della natura e l’altro alla ricerca dell’attimo della vita, della morte e dell’eternità, costituiscono più che un omaggio a Segantini, un percorso di ricerca per entrare in sintonia con il mondo e la spiritualità del pittore.